martedì 8 maggio 2018

YOSHIOKA - TINTORI E SPADACCINI DEL GIAPPONE FEUDALE

Mi sono avvicinato a questo libro incuriosito dal binomio "tintori e spadaccini": gli Yoshioka non erano certo una
famiglia dal nome sconosciuto, in quanto la loro storia è intrecciata, tra le altre, alle gesta di Miyamoto Musashi, oltremodo note agli appassionati di storia giapponese e ai praticanti di arti marziali, soprattutto le arti della spada. Avendo già incontrato questo nome, essendomi appassionato alla tintura con tecnica shibori e praticando Kendo e Iaido, le arti della spada, il testo non poteva che destare la mia attenzione. 

Il libro, scritto da Satoru Matsumoto, è in grande formato, particolarmente agevole nella lettura da impegnare tranquillamente e piacevolmente un fine settimana lasciandosi trasportare dalla fantasia tra gli aneddoti, storicamente commentati, degli eventi di spada che hanno caratterizzato la vita di questa famiglia.
Ma con un po' di stupore però, sul tema "tintori" non viene detto molto, lasciando un minimo di insoddisfazione al termine della lettura. Vero che il clan Yoshioka è forse rimasto nella storia per le arti tintorie più che per quelle delle spada, ma è quasi essenzialmente di queste che si parla, ed inoltre con profondi, frequenti e costanti riferimenti ad un altro personaggio, tra realtà e leggenda, vissuto in quegli stessi anni, tra il 1500 e il 1600. Non è certo possibile parlare di delusione, in quanto il testo di Satoru costituisce una bella ed accurata analisi storica che si sviluppa con una narrazione avvincente, ma non romanzata, considerando gli scritti a favore degli Yoshioka da una parte, e dei Minamoto Shinmen (la famiglia di Musashi) dall'altra, nel raccontare le vicende d'armi intercorse tra i due clan.

Le Gesta degli Yoshioka erano già note dalla lettura di un altro testo più commercialmente famoso, quel "Musashi" di Eiji Yoshikawa che non può certamente mancare nella libreria di un kendoka. In un passaggio si legge di una donna che affermava che chiunque sa che alle persone che frequentano la scuola Yoshioka piace indossare abiti di quel colore marrone scuro. Si chiama tinta Yoshioka ed è molto popolare da queste parti. Questo dettaglio in effetti si perde tra i numerosi avvenimenti della vita di Musashi, ma gli Yoshioka restano comunque nell'immaginario del lettore del romanzo di Yoshikawa in quanto sconfitti da Musashi, che decreta la fine della famiglia e della loro scuola. Dopo qualche anno, la passione per la tintura con tecnida shibori mi ha riportato sulle tracce degli Yoshioka, con questo nuovo testo, che speravo colmasse qualche lacuna su questa famiglia di tintori e spadaccini: ma la storia dei tintori è molto marginale, con un paio di riferimenti lungo tutto il libro rispetto al più complesso corpo delle alterne vicissitudini che vedono gli Yoshioka, già conosciuti tintori, diventare importanti e rispettati maestri d'arma alle dipendenze degli shogun Ashikaga per poi finire nell'oblio quasi totale dopo l'incontro con Musashi.
Nonostante questo, alcuni riferimenti alla maestria tintoria sono riportati nel testo di Satoru, illuminando il lettore appassionato di tintura e di spada con i seguenti passaggi:
  • Il clan Yoshioka... (fu) il primo dei tintori che crearono un colore marrone scuro ed esso fu conosciuto come "tintura Yoshioka". L'attenersi correttamente e costantemente ad una regola è chiamato kenbo (o kenpo)... Da quando il fondatore della famiglia Yoshioka fu capace di riprodurre esattamente lo stesso colore ogni volta, la tintura, anche successivamente, fu conosciuta come kenbo (o kenpo) -zome. Questo tintore imparò l'arte della spada e chiamò il suo stile Yoshioka-ryu, la quale [arte] è ancora praticata al giorno d'oggi" (tratto Honcho Bugei Shoden, 1714, citando un testo dallo Yoshufu-shi). ... Questa scuola era uno dei famosi otto stili occidentali di Kyoto, conosciuti come Kyo-Ryu o Kyo hachy ryu.
  • I fratelli Yoshioka originari di Kyoto erano famosi per la loro  scuola di spada, una scuola senza precedenti nel passato e nel presente per la sua abilità tecnica... e vanno annoverati tra i più forti [spadaccini] della storia del Giappone, anche se nei documenti storici vengono ricordati prevalentemente a causa della sconfitta con Musashi. Il loro dojo era stato chiuso da parecchio tempo rispetto alla stesura di documenti affidabili; molti scritti della loro scuola andarono perduti... gli esponenti cambiarono attività economica tornando a fare i tintori, e anche i discepoli diretti e i vari allievi probabilmente erano tutti morti. Di loro, solo il ricordo rimaneva ormai al volgere della fine del 17° secolo.


Curioso invece il parere opposto offerto sulla tintura dal testo "Japanese Costume and Makers" quando illustra i generali processi di tintura identificati dal suffisso -zome (da someru, tingere) tra i quali elenca ovviamente anche il kenbo-zome: una colorazione marrone-nera utilizzata principalmente per i kimono maschili da cerimonia, molto aggressiva per il materiale tinto, causandone marcescenza e rottura dopo circa una cinquantina d'anni, tempo ritenuto in Giappone come un cattivo indice per una buona tintura. Era una tintura minerale estratta da materiale ferroso e suggerita dalla
Tooth blackening - Kunisada
pratica di un'anziana donna che usava tingersi di 
nero i denti, con un pezzo di ferro bagnato nell'aceto (nda: ohaguro, denti neri, è una moda tradizionale giapponese che prevede di tingersi i denti con dell'inchiostro nero; pratica tradizionale sin dall'antichità, nel periodo Edo tornò a riguardare solamente le donne, con la differenza che era praticato anche dalle classi sociali povere ed indicava che una donna fosse sposata).

L'invenzione di tale tintura fu erroneamente attribuita a Yoshioka Kenbo ... ragazzino che lavorava nelle tintoria del padre, appartenente ad una famiglia di importanti tintori. Il ragazzino era solito uccidere le mosche che volavano numerose intorno al riso, colpendo nell'aria con il suo flessibile bastone di bambù che usava per mescolare le tinture e raramente mancando la vittima. Un giorno un samurai di passaggio davanti al negozio osservò il ragazzino fare affondi così incredibilmente accurati e dichiarò che dovesse diventare uno spadaccino. Fu quindi portato via dalla tintoria familiare per essere addestrato, e diventò in effetti uno dei più grandi spadaccini che il Giappone abbia mai conosciuto.
Ancora una volta la realtà sembra essere diversa a seconda delle fonti narranti, come spesso capita anche a causa del lungo tempo intercorso tra i fatti accaduti e la resa scritta degli stessi, avvenuta spesso in anni lontani e dopo essersi tramandati per via orale da molte persone che per i motivi più disparati, interesse, fazione, cultura, personali o altro, hanno contribuito a modificare sensibilmente la realtà poi tramandata fino ai giorni nostri.
In qualsiasi caso, oggi, quella tipica colorazione marrone viene comunemente attribuita al famoso clan di spadaccini, a prescindere dalla proprietà intellettuale sulla stessa, che, ad onor del vero, viene attribuita all'affidabile metodo sviluppato dagli Yoshioka tintori, unico per riproducibilità cromatica tra le tecniche dei tintori dell'epoca.
E se anche la Minnich in un testo dedicato alle eleganti arti dei creatori giapponesi di abiti finisce in poche righe a parlare di spada quando accenna agli Yoshioka tintori, lo stesso Satoru non fa misteri, fin dall'introduzione del suo libro, sull'essersi interessato alla storia del clan Yoshioka in seguito ai (suoi) studi sulla vita di Miyamoto Musashi, e non stupisce quindi la ricchezza di fonti e di confronti fra queste, nell'ambito della tecnica  di scherma piuttosto che della tintura. Per quanto rimasto lievemente scontento dal non poter approfondire sulla parte tintura, resta comunque un testo altamente godibile per l'approfondimento storico sulle vicende Yoshioka/Musashi.

Ma, si sa, la lettura interessata porta ad ulteriori approfondimenti, alla ricerca di soddisfare curiosità che nascono a mano a mano che si prosegue nel testo, e dalle semplici note riguardanti la tintura Yoshioka e il marrone tipico di questa famiglia, è partita un'altra piccola ricerca personale.
Il marrone in questione è rimasto sufficiente famoso nella storia da meritarsi il termine alternativo di kenpo-iro, ovvero il colore del kenpo, termine utilizzato per indicare sia il capostipite degli Yoshioka che  la rettitudine e la correttezza dello stesso e della famiglia, e quindi ereditato dai discendenti. E tra i discendenti, uno è tutt'ora in vita: giunti ormai alla quita generazione dei famosi samurai tintori, Sachio Yoshioka è un artista tessile specializzato in un'arte che è pesantemente fondata sulla percezione visiva del colore e, se esistesse un titolo pari a Maestro del Colore, Sachio lo avrebbe guadagnato di diritto. Ha speso la sua infanzia nell'osservazione del padre e del nonno che lavoravano come tintori tradizionali, e, nonostante i suoi interessi per il giornalismo l'avessero portato a studiare letteratura, decise di continuare infine la tradizione di famiglia.

[Colors of Japan - Master Dyer and Color Historian Sachio Yoshioka]


Sachio Yoshioka è diventato una figura di riferimento in questa arte, uno storico del colore, prestando servizi e conoscenze alla mondo della moda e alla divulgazione dell'arte, riuscendo a mantenere in vita quel primato familiare che gli Yoshioka non sono riusciti a replicare invece con la loro tecnica della spada: lavorando a stretto contatto con la natura, seguendo le variazioni stagionali ed assecondando la salute di piante e terreni, il processo della tintura viene sviluppato a mano con acqua pura estratta da 100 metri nel sottosuolo. Lavorando lentamente e gentilmente, prendendo tutto il tempo che la natura chiede, solo allora emergono gloriosi i colori.
Purtroppo niente invece resta della scuola di spada degli Yoshioka, che affonda le radici nella prima metà del periodo Tenmon (1532–1554) e che, fondata dal capostipite Yoshioka Kenpo, non è durata più di quattro generazioni, passando attraverso gli onori della scuola, e dei maestri, ufficiali dello shogunato Ashikaga e dall'aver ricevuto il titolo, dato al discendente di terza generazione, di "miglior spadaccino del Giappone".

Per rimanere ancora in tema di Inchiostro e Spada, uno degli ultimi discendenti della famiglia samurai, Yoshioka Matasaburo Kanefusa, ancora attivo dopo la  chiusura della scuola in seguito alla sconfitta contro Musashi, è perfino ritratto da Utagawa Kuniyoshi, come pure le sue gesta sono ancora narrate alla fine del 1800, nelle quali viene descritto come Maestro di Kodachijustsu (tecnica della spada corta) della Yoshioka ryu. Ma oltre gli eventi che caratterizzano ancora la prima metà del 1600, si perdono infine le tracce di questa scuola marziale, sostituite solo dalle tecniche tintorie originarie mantenute in vita da Sachio.

Tornando infine al testo originale, è una lettura sicuramente consigliata, avvolgente, che rapisce il lettore immergendolo completamente nella storia all'epoca dello scontro tra i due giganti della spada con un rincorrersi di note e aneddoti raccontati da fonti a favore dell'una o dell'altra parte, utilizzando i diversi rimandi storici degli scritti dell'epoca, confrontando, analizzando e proponendo teorie e conclusioni, su una vicenda ed un personaggio sicuramente in bilico tra la realtà e la leggenda, e che inoltre fornisce sicuramente molti altri spunti per approfondimenti futuri su temi correlati.


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l'inchiostro e la spada




FONTI
- Yoshioka, Tintori e Spadaccini del Giappone Feudale - Satoru Matsumoto
- Musashi - Eiji Yoshikawa
- Textile dyeing: Sachio Yoshioka - https://www.toki.tokyo/artisan-stories/sachio-yoshioka/
- Textiles Yoshioka - http://www.textiles-yoshioka.com/eng/
- Final Chapters of Kyohachi ryu: Yoshioka ryu - https://lightinthecloudsblog.wordpress.com/tag/miyamoto-musashi/
- Japanese Costume & Makers: and the makers of its elegant tradition - Helen Minnich



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