lunedì 11 febbraio 2019

LA NATURALEZZA CHE VINCE L'AGGRESSIVITÀ



Un tema quanto mai attuale, quello della violenza e dell'aggressività, trova una giusta, per quanto diversa, collocazione in una discussione sulle arti marziali, soprattutto quelle nelle quali si utilizzino armi.
Non è infrequente sentire le considerazioni di chi sia lontano da tali arti, espressione generalmente di quello che è l'immaginario violento del samurai, nè è raro durante la pratica esprimere concetti e descrivere tecniche finalizzate a ferire, tagliare, uccidere.
È importante però riconoscere il contesto e comprendere a fondo cosa si stia facendo: d'altronde il fatto di praticare da soli dovrebbe già di per sè far intendere cosa sia lo Iaido, non un jutsu alla base della propria sopravvivenza in battaglia o duello, ma un do, una via per migliorare la propria mente e il proprio corpo in un'unione armonica con l'universo. Lo Iaido incarna in sè il principio dello studio e della pratica ripetitiva per un miglioramento personale, profondo, attraverso l'applicazione con uno strumento, la spada, che altro non è che l'estensione del nostro io nel campo del reale, forse l'espressione che un osservatore esterno possa percepire e valutare come la nostra "forza".
Uso il virgolettato perché non vorrei il termine fosse inteso come la capacità, o meglio, la volontà fisica di tagliare qualcuno o qualcosa, nè tanto meno la prova della capacità o della volontà di arrecare un danno: è facile cadere in questo inganno della mente, è facile persistere presi dalla foga di maneggiare una spada, ed è difficile uscire da questo blocco.
Il testo "La mente senza catene" di Takuan Soho inizia con una affermazione-monito profondo per chi volesse praticare seriamente quest'arte: la sofferenza di permanere nell'ignoranza. L'ignoranza è qui intesa in chiave zen come assenza di illuminazione, ed è quindi chiaro che questo preveda di aver già avuto la possibilità di vedere scoccare una scintilla. E se questo ritengo sia già un successo, può venire subito smorzato dalla consapevolezza di cosa ci sia davanti a noi, e quindi dalla difficoltà di rompere quelle catene. La mente può essere attratta dalla spada. Se la vostra mente si lascia trascinare dal ritmo della contesa, ben presto ne diventerà prigioniera. Se la collocate nella vostra spada, rischierà di rimanerne catturata. Se la mente si fissa su una qualsiasi di queste cose, voi diventerete un guscio vuoto. [...] L'ignoranza e la sofferenza dell'inizio, la dimora e la saggezza immutabile che viene dopo diventano una cosa sola. La funzione dell'intelletto scompare, e si entra in uno stato che chiamiamo Non Mente Non Pensiero. Se si raggiunge questo stato, le gambe e il corpo sanno cosa fare, ma la mente non entra minimamente in questo processo.
La recente esperienza ai Campionati Italiani CIK 2019 di Iaido mi ha fatto intravedere e provare qualcosa, una sorta di scintilla illuminante che ha permesso di sentire quello che spesso viene spiegato ma evidentemente, da me, finora non interamente e profondamente compreso. In una sorta di quella che in termini più moderni potrebbe essere definita trance agonistica, ho provato la sensazione, breve ma intensa, di non voler vincere aggredendo, non voler sopraffare con la forza, di non avere la consapevolezza di un avversario e di una giuria, ma di vivere un momento di disincarnazione durante il quale gli insegnamenti, i consigli, le correzioni, almeno in parte, sono fluite naturalmente verso la spada, portandomi non verso una vittoria sportiva ma verso una comprensione migliore, aprendo una porta su una nuova strada, molto più soddisfacente. Per me, una vittoria comunque, e molto più importante.
Si può vedere tutto questo espresso al meglio da chi abbia già attraversato questa porta, dai volti e dal comportamento degli atleti durante la cerimonia del saluto precedente le finali dei Campionati Italiani 2019, e, soprattutto, dai loro incontri.



CCII IAIDO CIK 2019 - Individuali Mudan


CCII IAIDO CIK 2019 - Individuali Shodan


CCII IAIDO CIK 2019 - Individuali Nidan


CCII IAIDO CIK 2019 - Individuali Sandan


CCII IAIDO CIK 2019 - Individuali Yondan


CCII IAIDO CIK 2019 - Individuali Godan


CCII IAIDO CIK 2019 - Individuali Rokudan


Ho compreso meglio come l'aggressività e la forza cedano, nella pratica della spada come dovrebbe essere nella vita quotidiana, vinte dalla determinazione, dalla rilassatezza e dalla naturalezza. Ricomincio nuovamente, e con un nuovo obiettivo, nella pratica, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni, con una nuova trasformazione che spero riesca a spezzare quelle catene, ora forse solo appena allentate, che imprigionano la mia mente.



Anche se non è cosciente
di fare la guardia,
nei piccoli campi di montagna
la presenza dello spaventapasseri non è vana.
Bukkoku Kokushi




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l'inchiostro e la spada


Fonti:
- La mente senza catane, Takuan Soho



2 commenti:

  1. Grazie mille, altro splendido articolo. E' proprio vero: impossibile progredire nella pratica con una "mente in catene".
    Grazie anche per la segnalazione del testo di Takuan Sôhô, acquisto subito.
    Arigatougozaimasu.
    AR

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    1. Grazie a te, per il commento e per la condivisione della pratica. In quanto al testo, possiamo discuterne al prossimo incontro ;)
      lele

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