giovedì 17 ottobre 2019

IAIDO, RILASSATEZZA E CONDIVISIONE

[ Renè van Amersfoort ]
Terminato lo stage di iaido diretto da van Amersfoort sensei coadiuvato dai sensei Borra, Zanoni e Sappino, restano non solo i piacevoli ricordi di un gruppo che si ritrova sempre con rinnovato piacere ed entusiasmo, ma soprattutto le innumerevoli correzioni, indicazioni e consigli su come affrontare una pratica qualitativamente superiore, all'insegna di alcuni punti che ritengo chiave in qualsiasi cosa si faccia nella vita: rilassatezza e condivisione. 
Non è certo la prima volta che sento parlare di rilassatezza durante uno stage di iaido (v. post come La forza , Rilassati... è Iaido! o L'ebbrezza della velocità), né questa è un approccio all'arte della spada tipica di questi maestri, anzi, sono anni che anche i maestri giapponesi in visita nel nostro Paese ci insegnano questo concetto, ma resta comunque difficile praticare con questo approccio forse per il condizionamento dell'associazione taglio-forza, che può trarre in inganno se non correttamente compresa e, di conseguenza, applicata ed eseguita.
Per quanto sia facile pensare ad applicare il concetto di rilassatezza, risulta invece molto più difficile riuscire ad applicarlo, e qui entra in gioco un altro tema importante per la ricerca della qualità che rinnova e caratterizza il percorso di crescita di una vita, ovvero l'uscita dalla propria zona di conforto, che, come riportato da Carlo Sappino[1], è una zona che procura (...) un senso di sicurezza e di benessere quando ci si trova al suo interno, una tendenza a crearsi un proprio spazio (...) in cui si ha il pieno controllo, (...) una sorta di rifugio lontano da stress e ansia. Apparentemente nulla di nuovo, ma come tutte le volte, mi ritrovo ad analizzare quanto fatto e a riscoprire piacevolmente che, pur uscendo da tale zona, restano comunque saldi alcuni punti che brillano come fari nel buio della consapevolezza delle proprie incapacità.
Lo stage, in breve, sarebbe riassumibile in poche parole: due giorni di pratica anticipata da alcuni esercizi di riscaldamento, affrontando lo studio dei 12 kata di Seitei Iai della ZNKR. 
Apparentemente tutte cose note, sempre seguendo quelle apparentemente minime indicazioni del manuale ZNKR, apparentemente ripetendo all'infinito gli stessi movimenti, ma riscoprendo volta dopo volta, stage dopo stage, lezione dopo lezione, quanto realmente sia profondo questo mondo, come evolva come cosa viva e come diversamente si comprenda durante il proprio percorso, integrando di volta in volta anche gli insegnamenti che ci hanno lasciato altri grandi Maestri, come il Renseikai di Ogura Sensei[2], i punti importanti per l'insegnamento.
[ Ogura Sensei ]
Uno dei punti chiave dell'intero stage è stato la rilassatezza, che ha cominciato a caratterizzare la pratica già durante le fasi di riscaldamento: e anche in questo caso, il semplice concetto nasconde risvolti infiniti di comprensione e applicazione, fornisce la chiave per entrare realmente nel mondo della spada (citando van Amersfoort sensei: benvenuto nel mondo dello iaido), permettendo una pratica elevata ma soprattutto costante nel tempo. Rilassatezza non significa mancanza di risoluzione o determinazione, quanto piuttosto assecondare il processo motorio che porta una spada a tagliare efficacemente senza la preoccupazione di dover tagliare, condizione nella quale entra erroneamente in gioco la forza a rovinare ogni migliore intenzione. Come tutte le cose semplici, è invece estremamente difficile essere rilassati quando ci si confronti con kasoteki, il nostro invisibile avversario che troppo spesso riesce ad essere più forte di noi, in un rapporto che dovrebbe essere facilemente gestibile proprio in virtù della sua assenza fisica. Eppure riusciamo a mancarlo per incapacità di vederlo, di posizionarlo nello spazio, di colpirlo con efficacia, tutto perchè troppo spesso ci facciamo guidare dalla forza e trascinare dalla spada invece che dal nostro corpo, con sequenze di movimenti errati, con quella mancanza di equilibri e posture dovute al voler fare invece che al semplice fare. Vengono riportati alla nostra attenzione fondamentali come l'ashisabaki, il taisabaki, il jikuashi, il tenouchi, il senso di baricentro, di seikatanden, di shisei, di kikentai, di metsuke, di seme, di zanshin, di come tutto sia in relazione e come tutto debba fluire armoniosamente per essere efficace. Il tutto attraverso la rilettura commentata dell'infinito manuale ZNKR per meglio comprendere il senso generale di ogni singolo kata, di ogni singolo taglio, delle conseguenze di un attacco e del relativo contrattacco, parata o anticipazione che possa essere, in una rinnovata visione ragionata della serie Seitei con la quale ci si ritrova a confrontarsi per tutta la vita inseguendo il miglioramento. 


[ Foto di Kiryoku Budapest ]

Rilassatezza quindi non da intendere come assenza di azione o di velocità, quanto piuttosto della messa in sequenza armonicamente precisa di tutti i passaggi caratterizzanti l'azione del kata, inclusa la possibilità della vittoria più grande, quella che non richiederebbe neanche l'estrazione della spada.
E come sempre capita in un gruppo coeso, il dialogo, la condivisione, la voglia di proseguire insieme senza limitazioni dovute al grado o all'esperienza, la bellezza di poter dare e ricevere sinceramente, completa un approccio alla pratica tipico chi stia perseguendo un obiettivo più alto che non sia il mero superamento di un esame, importante ovviamente come punto di controllo ma non quale finalità ultima da perseguire. Ci si riscopre quindi parte di un qualcosa di vivo che cresce con il contributo di tutti, a prescindere da età o grado, in cui uno degli scopi più alti è quello di lavorare serenamente insieme per crescere insieme e cercare di raggiungere ancora insieme i livelli più alti della pratica grazie all'esperienza di chi ci abbia preceduto, e che possa lasciarci in eredità quanto necessario per poter a nostra volta svolgere lo stesso compito, in un ciclo continuo di cui tutti noi siamo parte.
Non solo uno seminario tecnico, ma anche una piacevole lezione, applicabile al dojo come alla nostra vita, in cui è facile ravvisare realmente, ancora una volta, quei principi espressi dalla ZNKR per i quali la corretta applicazione nell'arte della spada porti ad associarsi agli altri con sincerità e ricercare per sempre il perfezionamento di sé stessi e in questo modo diventare capaci di amare il proprio paese e la società, contribuire allo sviluppo della cultura e di promuovere la pace e la prosperità tra i popoli[3].


[ foto di Carlo Sappino ]


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l'inchiostro e la spada



Fonti:
  1. Impariamo ad imparare, Carlo Sappino,  https://digilander.libero.it/savonakendo/art-imparare.html
  2. Renseikai, Ogura Noburu sensei, https://confederazioneitalianakendo.it/renseikai-linsegnamento-dello-iaido-secondo-ogura-sensei/
  3. Principi del Kendo, Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Kend%C5%8D#Principi_del_kend%C5%8D




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